Centro Formazione Attori - Gruppo Teatro 1 - Torino, Città Metropolitana di Torino

Martina M.

Un gruppo eccezionale, che mette tanta passione e dedizione in quello che fa. Tutti gli spettacoli che ho avuto modo di vedere sono stati stupendi e mi hanno lasciato qualcosa. Continuate così!!

Andrea F.

Ambiente serio e professionale, l’insegnante è stato capace di farmi sentire a mio agio e in libertà di esprimere me stesso☺️

Pieranna A.

Sono circa 15 anni che frequento questo centro di Formazione Attori e non sono mai rimasta insoddiafatta o delusa. Ottimo maestro, ambiente accogliente e si fa buon teatro.

alberto D.

Ottima accademia, ottimi insegnamenti, in poche parole tutto ottimo.

Michele B.

Il sito web è accattivante, senza dubbio. E oltre.
Quasi da far vacillare la convinzione di chi, infatuato dalla propria passione teatrale, casualmente passando per quella via s’imbatta nella sua segnaletica ponderosa, poggiata sul granito millenario di concetti d’ascendenza platonica come “accademia”, costellata di tanti vessilli di vittoriose campagne, fino a sentirsi alitare nelle orecchie il monito rassicurante del Vate: “male che vada sarà un successo”.
Che ti giunge, oltre che come fiero proposito e grido di guerra a sfidare i fantasmi del palcoscenico, anche come debito da onorare se osi la sfrontatezza di varcarne l’insegna.
Epperò.
Appena accettata la sfida e sottoscritto il debito, col dubbio angosciante d’esser buon soldato per tanta guerra, le luci accecanti, le profondità evocative, la magia destinata alla quarta parete, la custodia sacerdotale dell’ortodossia Stanislavskijana, rivendicata per eredità levitica dall'epigono di Arcadij Nicolaevic Torcov, lasciano immediatamente il posto, come un sogno al risveglio, ad una realtà un tantino più prosaica e meno rutilante della conquista d’un proscenio glorioso.
Ora, chi, come lo scrivente, abbia qualche dilettantesca però prolungata consuetudine col sottobosco della giungla teatrale, sa ch’è parte indissolubile di quel mondo, la tentazione alla vanteria esagerata a favore di pubblico di realtà del tutto ordinarie o meno ancora, ed ha perciò imparato a sorridere d’indulgenza all’impietosa constatazione d’ogni divario; e a concentrarsi invece sul lavoro da fare per ottenere qualche risultato coi pochi mezzi a disposizione, fra i quali è disposto a riconoscere una certa capacità tecnica del Maestro.
Perciò sorvola d’aver per spazio di lavoro un sovraffollato stambugio da basso napoletano non riscaldato dal genio di Eduardo e che se mai scoppiasse un incendio si trasformerebbe in una poco gloriosa pira funeraria collettiva; per palcoscenico una pedana di cattedra d’antiche memorie scolastiche -due passi da quinta a quinta- che si tenta di nobilitare con un polveroso tendaggio vittoriale davanti, convinto al mestiere di sipario dalla provvidenza d’un arco di struttura del soffitto; tutto racchiuso entro pareti tappezzate a memoriale di ritagli e fotografie reliquie della sola santità dell’Aedo, in una sovraesposizione cultuale di personalità senza precedenti, da sbiadire lo stesso Narciso; per copioni di lavoro delle fotografie di pagine di libro che ti devi fare col cellulare invece che cristiane fotocopie come in qualunque altro laboratorio di teatro anche a metà del prezzo.
E digerisce anche le filippiche sulle infauste derive politiche della Nazione, del tutto fuori luogo perché dispensate costantemente agli allievi nel tempo da loro pagato di scuola, partorite da un'ardente indignazione cattocomunista tuttavia capacissima di convivere serenamente con una manifesta ed incurabile allergia a rilasciare ricevute dei compensi percepiti.
Ma, passi tutto, ciò che non può passare è la scoperta, tardiva, dannosa ed irreparabile, dell’inconsistenza professionale del docente factotum, che decide in assoluto arbitrio e al centro della traversata d’un anno “accademico” di scaricarti a mare perché non gli vai a genio, senza fatti concreti a suffragio dell’abbandono, nascosto dietro un vaghissimo "non riesco a insegnarti", evidentemente aduso a confondere dovere e capriccio, e a vendere il proprio Verbo soltanto a un gregge di giovanotti senza diverse esperienze così da scongiurare il rischio d'ogni confronto. Ed azzoppando in te così ogni motivazione, perseguita fin lì con incontestato impegno e conseguente lavoro (e quattrini spesi), facendoti perciò buttar via un anno, perché a gennaio, già coi saggi di giugno in vista, un simile sgarro equivale a fartelo perdere, quell’anno, nessun altro contesto potendo trovare altrove, più che comprensibilmente, che accetti di reclutarti fra le file, così tardi.
Anche questo, per chi scrive, senza precedenti.
E senza seguenti.
È promessa.
D’accademia.

Ermanno G.

Una scuola per tutti, sia per chi vuole imparare sia per chi cerca un'esperienza professionalizzante.
L'ambiente è accogliente e permette al gruppo di lavorare bene e con divertimento e impegno.
Io personalmente faccio del teatro il mio lavoro e questa scuola resta la mia palestra.

Unico consiglio: provatela, male non può farvi.

Andrea L.

Frequento la scuola Centro formazione attori dal 2019 e dal primo giorno in cui sono entrato ho potuto constatare che professionalità e passione sono le fondamenta di quest'accademia.
Qui si tende alla perfezione...mal che vada sarà un successo

Sofia T. C. O. S.

Ottimo maestro, severo e comprensivo, tutto nella giusta misura. Ambiente di lavoro e studio meraviglioso.